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Lo studio prende in esame le prime posizioni pubbliche e i primi scritti politici (1794-1799) di Benjamin Constant (Losanna 1767-Parigi 1830). In particolare si analizzano le primitive considerazioni di Constant, figura di primaria importanza nel panorama politico europeo del Diciannovesimo secolo, sulla Rivoluzione Francese e sul Terrore giacobino, su Termidoro e sul governo del Direttorio, sul colpo di Stato di Fruttidoro e su quello di Brumaio. Da un'attenta analisi dei testi emerge come la produzione constantiana di questo periodo sia caratterizzata da almeno due idee guida: la strenua difesa delle conquiste e dei princìpi rivoluzionari; e la battaglia a favore della République, della sua istituzionalizzazione e stabilizzazione, contro ogni tentativo di restaurazione monarchica. Il quadro che emerge dalle opere giovanili, quindi, non è del tutto coerente con la consolidata immagine che, correttamente, presenta Constant come uno dei più eloquenti sostenitori della dottrina politica liberale. L'autore mostra infatti la parziale discrasia tra il fervido repubblicanesimo delle prime opere e i princìpi liberali degli scritti successivi.